Una delle grandi donne della storia (sicuramente del XX sec.) di cui voglio parlare oggi è la famosa Designer Charlotte Perriand il cui nome è generalmente collegato a quello di Le Corbusier e Pierre Jeanneret, con i quali firma alcuni tra i più prestigiosi oggetti di équipement degli anni Venti.
In realtà la sua attività è molto più complessa e va dalla produzione di mobili e oggetti, alle architetture, agli interni, agli allestimenti. Si dice che Le Corbusier avvicinandosi per la prima volta alla giovane ospite, si rivolse in modo sarcastico: «Qui non si ricamano cuscini». Ma la storia le ha dato ragione e il lavoro di Charlotte testimonia la risposta della designer al maestro francese.
Le opere che deriveranno dal lungo soggiorno in estremo oriente negli anni ’40, rivelano appieno il suo talento d’artista attraverso una reinterpretazione della realtà dell’abitare che mette in risonanza tradizione e modernità. Molti prodotti firmati Perriand sono in produzione nella serie Cassina I Maestri.
Charlotte Perriand ebbe una vita lunga e densa di attività e può essere indicata fra i fondatori del design contemporaneo.
Dopo un periodo di studio all'Ecole de l'Union Centrale des Arts Décoratifs a Parigi ebbe alcune esperienze nel campo del disegno dei mobili e dell'arredamento, esponendo al Salon d'Automne.
Nel 1927 inizia una collaborazione con Le Corbusier, durata in maniera continua fino al 1937. Nello studio del grande architetto realizzerà, insieme a lui e a Pierre Jeanneret, alcuni mobili entrati nella storia del design. Inoltre ebbe incarichi nello studio relativi al progetto di molti arredi degli edifici progettati. Nel 1930 intraprese un lungo viaggio in Unione Sovietica, che la mise in contatto con l'ambiente fertile di idee del costruttivismo russo. Nel fu una delle poche donne a partecipare al IV CIAM ad Atene.
Nel 1940, mentre la Germania stava invadendo la Francia, Charlotte si imbarcò per il Giappone, dove era stata invitata a tenere un seminario sul nuovo design. Vi ebbe occasione di realizzare prototipi con un gruppo di studenti e, successivamente, un'importante esposizione.
Dopo l'entrata in guerra del Giappone con gli Stati Uniti, ella fu segregata. Con avventurose vicende, raccontate nella sua autobiografia, riuscì a sopravvivere alla catastrofica guerra e ritornò in Francia nel 1946, con il nuovo marito e la figlia avuta in quegli anni.
La vita professionale riprese con nuove collaborazioni. Oltre al rapporto con Le Corbusier, con cui collaborò ai progetti dell'Unità di Abitazione di Marsiglia, ebbe esperienze con il pittore Fernand Lèger, con Jean Prouvé, con Lucio Costa ed altri importanti architetti. Tra l'altro, fu particolarmente impegnata nella realizzazione di stazioni sciistiche in Alta Savoia.
Nell'ultima parte della vita rallentò l'attività ma mantenne sempre aperto il suo atelier. Ricevette molteplici onorificenze e le furono dedicate diverse mostre retrospettive. Si spense all'età di 96 anni a Parigi nel 1999.
CHE DONNA INTRAPRENDENTE E STRAORDINARIA.
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